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Sabato 25 Marzo 2006



Lilian Thuram: " Aprire i ghetti ! "

Intervista raccolta da Alain Constant
inviato speciale a Torino di “Le Monde”,
per l’ edizione del 26.03.06.

Traduzione
(M.G.O.W)



Nel
novembre 2005, le sommosse nelle periferie. Oggi, sono gli studenti che esprimono la loro collera. Capisce questo movimento?

Giovani di periferie emarginate e studenti meglio inseriti hanno socialmente un punto comune: vogliono un avvenire. Purtroppo, ciò che si propone loro, è la precarietà.

Nelle periferie, i giovani denunciano il razzismo.
Le élite francesi sono responsabili di una radicalizzazione della società? 

Le parole hanno un senso. Quando un filosofo rispettabile come Alain Finkielkraut dichiara che la nazionale di calcio francese fa ridere tutta l'Europa perché, oggi, è "black, black, black", cosa significa? Che i Neri non sono dunque francesi?

Se sei di origine russa, italiana o polacca, sei un francese perfettamente integrato. Ma io che sono antillano e francese da un'eternità, resto un non-francese a causa del colore della mia pelle? 

Sì, le parole hanno un senso, e Nicolas Sarkozy, quando adopera certi termini, ha una responsabilità nell’arretramento della nostra società. Come se certe idee chiaramente identificate di estrema destra qualche anno fa sono state ricuperate ed oggi sono diventate "normali"... 

Quando Jean-Marie Le Pen è arrivato al secondo turno dell'elezione presidenziale, ho appreso la notizia per telefono dalla Guadalupa. Ho pensato si trattasse di un brutto scherzo. L'indomani, i miei compagni di squadra della Juventus si sono burlati della Francia, il paese dei diritti dell'uomo! Quel giorno, ho provato vergogna... 

Lo stato attuale della società francese la preoccupa?  

Sì, perché ho la sensazione che si stia americanizzando, nel peggior senso del termine.

Si formano i ghetti, i ricchi vivono da un lato, i poveri tra di loro, le comunità si ripiegano su se stesse.

Bisogna capire quale Francia si vuole nel futuro: un paese nel quale l'identità nazionale è condivisa da tutti gli strati sociali, o un paese diviso e diviso dagli interessi delle diverse comunità.

Trovo che si usi un po’ troppo  il termine  “minoranze”, che io vorrei sparisse dal vocabolario dei politici!
Tutti dovrebbero avere la stessa visibilità e gli stessi diritti in questa società.

Ma affinché le persone si identifichino in  questo paese, bisogna agire, educare, aprire i ghetti. Non c’è altra strada... 

Quando era un bambino, nella sua città, vicino a Fontainebleau, la situazione non era già bloccata?

Esisteva una mescolanza sociale in seno alla città che sembra essere sparita.
La situazione si è degradata nettamente da una quindicina di anni, da questo punto di vista.  Invece di favorire questa ghettizzazione, si ci dovrebbe prima di tutto attivare per tessere dei legami tra francesi, qualunque siano le loro origini. 

I politici sono colpevoli, perché i loro discorsi esaltano la separazione e favoriscono il rinchiudersi in comunità separate. Ciascuno nel suo angolo, ecco la realtà. 

Trovate normale che si abbia bisogno di votare una legge affinché certe categorie di cittadini francesi abbiano accesso alla  visibilità mediatica? Non si deve mettere un Nero alla televisione per sedurre o calmare i Neri di questo paese, ma semplicemente perché la Francia di oggi, nella sua diversità, è tanto nera! 

Come si puo’ far cambiare le mentalità? 

Con l' istruzione. Bisogna investire molto in risorse materiali ed umane per educare tutti gli strati sociali di questo paese. A lungo termine, l' istruzione è più efficace di una legge votata nella precipitazione. Ancora una volta, quale Francia vogliamo? I responsabili politici non hanno visione a lungo termine, navigano a vista. Bisogna rompere l'equazione immigrazione uguale pericolo.

Chi ha permesso alla Francia di uscire da due guerre mondiali e poi di ricostruirsi?
L'immigrazione nera, magrebina, italiana, portoghese o polacca è sorgente di ricchezze per questo paese.

Bisogna combattere il razzismo latente che i discorsi di certe personalità tendono purtroppo a risvegliare!

Quando un membro dell'accademia francese parla di poligamia, ha coscienza di mandare un messaggio estremamente negativo, che fa rinforzare solamente il razzismo ambientale?

Quando Alain Finkielkraut spiega che il problema delle periferie è innanzitutto un problema etnico e religioso, non fa che risvegliare anch’ egli il razzismo latente che da sempre esiste nella società francese.
 

Gioca da dieci anni in un campionato italiano costellato da atti di razzismo.
Come lo vive? 

Quando sono arrivato a Parma, nel 1996, non mi sono reso conto subito di questo.
Ma, poco a poco, ho avuto, in quanto giocatore nero, dei problemi con certi tifoserie che urlavano insulti razzisti. Poi c'è stato un periodo di tregua. 
Ma, da alcuni anni, il fenomeno è ripreso alla grande. Non è un caso se i responsabile della federazione internazionale (FIFA) hanno deciso, qualche giorno fa, di prendere delle misure ufficiali per sanzionare con più severità gli atti di razzismo negli stadi. 
La situazione in Italia è preoccupante, ed io non faccio distinzione tra i saluti fascisti del giocatore della Lazio
Paolo di Canio ai suoi sostenitori e gli ululati scimmieschi di certe curve. Tutto questo è grave.

Così come è incomprensibile la mansuetudine delle autorità internazionali verso Luccico Aragones, il selezionatore della Nazionale spagnola che, qualche mese fa, ha chiamato Thierry Henry "Nero di merda."


l' intervista originale è pubblicata sul sito di "Le Monde" [ qui ]





Matteo Ghione Official Website pubblica un' altra interessante intervista a Lilian Thuram sui temi del razzismo e delle discriminazioni
 [
qui ]

 

 

nella foto Lilian Thuram con Matteo Ghione